Una nuova risorsa multimediale per il Museo di Santa Maria Novella

Da oggi è possibile scoprire il prezioso Tesoro della Basilica di Santa Maria Novella grazie a una risorsa multimediale installata in modalità touch screen nel Refettorio, dov’è esposta una selezione delle più pregevoli fra le suppellettili liturgiche che ne facevano parte, assieme a una campionatura del ricco corredo tessile di cui la chiesa si è dotata nei secoli. La nuova risorsa multimediale consente ai visitatori di esplorare questi magnifici manufatti - di proprietà del Fondo Edifici di Culto - e di conoscere la loro storia e funzione antica.

La risorsa multimediale nasce nell’ambito del progetto del Servizio Civile Regionale Nessun museo è lontano ed è il frutto della sinergia fra Servizio Musei Comunali e Attività Culturali e il Servizio Sviluppo Infrastrutture Tecnologiche del Comune di Firenze, in accordo con l’Opera per Santa Maria Novella. La piattaforma digitale è stata sviluppata da Linea Comune s.p.a. su un progetto di interfaccia grafico ideato dagli operatori del Servizio Civile e i contenuti, predisposti da un gruppo di studiosi, sono in costante aggiornamento.

Il progetto ha la finalità di avvicinare il pubblico alla conoscenza delle suppellettili liturgiche esposte nel Museo di Santa Maria Novella non soltanto in chiave storico-artistica, ma anche in relazione alla funzione alla quale questi suntuosi manufatti assolvevano in antico, per riscoprirne il significato originario e comprenderne l’importanza all’interno della storia del complesso conventuale domenicano.

Reliquiario di sant'Anastasia

Bottega di Matteo Civitali (Lucca 1436-1501)

fine del sec. XV
legno intagliato, policromato e dorato

[Ph. Antonio Quattrone]

Il manufatto appartiene alla tipologia del reliquiario antropomorfo a forma di busto. Nata in età medievale, questa tipologia di custodia mirava a evocare la presenza reale del santo effigiandone il sembiante

Reliquiario di sant'Antonino Pierozzi

Orafo fiorentino
1653
legno di pero, argento sbalzato e cesellato, bronzo fuso e dorato

Questo genere di reliquiario si definisce “a urna” perché la sua forma allude a un sarcofago all'antica sorretto da zampe leonine, una tipologia molto diffusa nel Rinascimento ma attestata anche in epoche successive


Paliotto

Giovanna Garzoni (Ascoli Piceno 1600 - Roma 1670)
Quinto decennio del sec. XVII
Taffetà di seta, applicazioni in seta incartata e dipinta

Il tessile rientra fra i paramenti liturgici bianchi, il cui colore indica purezza e gloria ed è associato alle ufficiature del tempo di Pasqua e di Natale, alle feste degli Angeli, delle Vergini e dei Santi non martirizzati. Sul paliotto sono rappresentate numerose varietà di piante tutte botanicamente riconoscibili come rose, tulipani, narcisi, anemoni, ranuncoli, gelsomini, fiori di melagrana, garofani, giacinti, pervinche, edera e fragole. In particolare si segnala la presenza dei tulipani, fiori originari della Turchia che furono importati nei Paesi Bassi alla metà del Cinquecento e coltivati dalla fine del secolo, dando origine a una vera e propria moda su scala europea.



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